29 giugno 2010

Linea dura sul tetto della Colombo gli operai in sciopero della fame

di Gabriele Cereda

image Sciopero della fame. Dalle 19 di ieri gli otto operai saliti sul tetto della Carlo Colombo, storica fonderia di Agrate Brianza, rifiutano i pasti. In cima dal 16 giugno, chiedono il rispetto degli accordi firmati da proprietà e sindacati nel gennaio del 2009: la ricollocazione per 38 delle 115 tute blu messe sulla strada con la chiusura dallo stabilimento di via Sofocle.
"Ci hanno scippato il futuro, ce lo devono restituire. Da qui non scendiamo fino a quando non abbiamo certezze, basta parole. In questo anno e mezzo ne abbiamo ascoltate troppe", dice Salvatore Granese al megafono, il leader degli otto asserragliati sul tetto con una tenda e brandine di fortuna.
Sotto di loro, davanti ai cancelli, dove i colleghi rimasti a terra li sostengono, la tensione è alta. A nulla è servita la chiamata arrivata nel pomeriggio direttamente dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che per giovedì ha convocato a Roma i vertici dell'azienda, le organizzazioni sindacali di categoria e i rappresentanti di Regione Lombardia. Ad aprire un filo diretto diretta tra gli operai e il ministro è stata la senatrice del Pd Emanuela Baio, che domenica mattina ha chiamato sul cellulare Sacconi spiegando la situazione.
Ieri è stata la volta di un altro vertice: a pochi chilometri dalla fabbrica fantasma abbandonata due anni fa, in corso Monforte, a Milano, davanti alla scrivania del prefetto Gian Valerio Lombardi si è seduto Giorgio Roilo, parlamentare del Pd. Un pressing a tutto campo quello dell'ex sindacalista per sbrogliare la situazione: "Bisogna evitare che l'occupazione si trasformi in tragedia. I patti devono essere rispettati", dice. Le condizioni fisiche degli otto in vetta sono allo stremo. Nelle ore più calde il termometro arriva a sfiorare i 50 gradi.

Da: La Repubblica

27 giugno 2010

Prosegue la protesta alla Carlo Colombo. 11 notti sul tetto e ieri la visita di Allevi

 

DSCN2600 Undicesima notte sul notte per gli otto operai della Carlo Colombo, l’azienda di Agrate Brianza che ha chiuso i battenti due anni fa. Gli otto operai chiedono il rispetto dell’accordo sindacale sottoscritto in difesa del proprio posto di lavoro e ieri hanno ricevuto la visita del presidente dalla Provincia di Monza, Dario Allevi, e dell’assessore provinciale al Lavoro, Giuliana Colombo.

La Provincia sta seguendo da meno di due mesi la delicata situazione: l’ultimo vertice, lunedì sera, si è chiuso con l’impegno dell’azienda di avviare un progetto di ricollocazione dei dipendenti. Il prossimo 5 luglio la Provincia incontrerà nuovamente le organizzazioni sindacali e i vertici della società per tentare di trovare una via d’uscita e il ricollocamento per gli operai (in totale sono 38). “E’ stato fatto troppo poco per troppo tempo, è per questo che gli animi si stanno surriscaldando e la fiducia dei lavoratori è venuta meno.

La proprietà deve rispettare gli impegni presi 18 mesi fa – dichiara Allevi - perché non si può arrivare a situazioni simili, umanamente inaccettabili, senza neppure un piano concreto di ricollocazione”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore Colombo. “La Provincia in ogni caso sta facendo di tutto per trovare una soluzione –dichiara Giuliana Colombo– nel frattempo andremo a chiedere ai lavoratori quello di cui hanno bisogno in questi drammatici giorni. Non li lasceremo soli”.

 

Da: MB News

Continua protesta operai Colombo da 10 giorni su tetto

 

Oggi in visita a lavoratori azienda Agrate il senatore Marino

 

(ANSA) - MILANO, 27 GIU - Continua la protesta di otto operai della Carlo Colombo di Agrate Brianza, da una decina di giorni sul tetto della fabbrica. L'azienda, da cui dipendono un ottantina di lavoratori e che produce trafilati in rame, dovrebbe essere chiusa e gli operai chiedono il ricollocamento industriale o agevolazioni in vista del prepensionamento. Oggi e' arrivato il senatore del Partito Democratico, Ignazio Marino, a portare la sua solodarieta'. (ANSA).

 

Da: ansa

25 giugno 2010

Carlo Colombo Spa: Emanuela di Baio

LETTERA A BERLUSCONI e SACCONI su SITUAZIONE LAVORATORI della COLCOMBO di AGRATE BRIANZA
AGRATE CARLO COLOMBO/SUL CASO DEGLI OTTO OPERAI SUL TETTO DELLA FABBRICA BRIANZOLA, I SENATORI EMANUELA BAIO (PD) E GIORGIO ROILO (PD) INVIANO UNA LETTERA-APPELLO AL PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI E AL MINISTRO DEL LAVORO MAURIZIO SACCONI
POCHE RIGHE PER ... Mostra tutto CHIEDERE L’INTERVENTO URGENTE DEL PREMIER E DEL MINISTRO E SBLOCCARE COSI’ UNA PROTESTA CHE RISCHIA DI AVERE GRAVI RIPERCUSSIONI SULLA VITA DEGLI OPERAI SUL TETTO DAL 16 GIUGNO CON PASTI RIDOTTI DA LUNEDI’ SCORSO E SULLE LORO FAMIGLIE: “PRESIDENTE, LA PREGHIAMO, USI LA SUA AUTOREVOLEZZA PER COSTRINGERE L’AZIENDA A RISPETTARE GLI ACCORDI SINDACALI DEL 2008 CHE PREVEDONO LA RICOLLOCAZIONE DI 38 LAVORATORI”, SCRIVONO I DUE SENATORI MENTRE IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MONZA DARIO ALLEVI STA FACENDO VISITA AL PRESIDIO DI AGRATE SOLIDARRIZZANDO CON LE TUTE BLU BRIANZOLE CHE CHIEDONO QUEL CHE GLI SPETTA

Egregio Presidente Berlusconi,
ci permettiamo di segnalarLe una situazione molto grave che si è venuta a creare all'azienda Carlo Colombo di Agrate Brianza e che Lei sicuramente conosce bene. Le alleghiamo l'interrogazione che abbiamo presentato al Ministro del Lavoro. 8 giovani operai sono sul tetto da 10 giorni e il caldo di queste ore ( sul tetto 50 gradi nelle ore pomeridiane) ci fa temere per la loro incolumità.
Ci permettiamo di sollecitarLe un incontro a livello nazionale o regionale per trovare con l'azienda Carlo Colombo una soluzione. L'azienda purtroppo non ha rispettato l'accordo sindacale, firmato nell'ottobre 2008, che prevedeva la ricollocazione di 38 dipendenti, dopo la decisione di chiudere lo stabilimento di Agrate.
In attesa di una Sua cortese risposta che ci auguriamo positiva, La salutiamo
Cordialmente
Sen. Emanuela Baio
Sen. Giorgio Roilo

Caro Ministro,
ci permettiamo di segnalarti una situazione molto grave che si è venuta a creare all'azienda Carlo Colombo di Agrate Brianza. Ti alleghiamo l'interrogazione che ti abbiamo presentato.
8 giovani operai sono sul tetto da 10 giorni e il caldo di queste ore ( sul tetto 50 gradi nelle ore pomeridiane) ci fa temere per la loro incolumità.
Ci permettiamo di sollecitarti un incontro a livello nazionale o regionale per trovare con l'azienda Carlo Colombo una soluzione. L'azienda purtroppo non ha rispettato l'accordo sindacale, firmato nell'ottobre 2008, che prevedeva la ricollocazione di 38 dipendenti, dopo la decisione di chiudere lo stabilimento di Agrate.

In attesa di una tua risposta che ci auguriamo positiva, ti salutiamo
Cordialmente
Emanuela Baio
Giorgio Roilo

Carlo Colombo SPA Agrate Brianza: Manifestazione Generale CGIL 25.06.2010

 

 

 

Agrate, sul tetto della Colombo: «Cibo ridotto, pronti al digiuno»

 

image Agrate Brianza - Azienda e sindacati ancora distanti. Si radicalizza la protesta dei cassintegrati della ex Carlo Colombo: gli otto lavoratori che da dieci giorni vivono sul tetto dell'ex trafileria di via Euripide hanno ridotto l'alimentazione e minacciano lo sciopero della fame se il nuovo incontro tra le parti, previsto entro fine mese, non sbloccherà una per una le richieste inevase dell'accordo sindacale dell'autunno 2008. A partire dalla ricollocazione di 38 lavoratori della settantina coinvolta nella procedura. Dopo il nulla di fatto del confronto di metà giugno in Provincia, che dopo mesi di impasse ha dato il via alla dura protesta in atto, e dell'incontro di inizio settimana, i sindacati hanno rilanciato con una proposta precisa: «A questo punto chiediamo che una parte della produzione e dei macchinari trasferiti a Pizzighettone tornino nei capannoni di Agrate e diano lavoro a 38 persone» ha riassunto Antonio Castagnoli, Fiom Cgil.
«Si dia inoltre risposta a ogni altro punto dell'accordo firmato a suo tempo», dunque prepensionamento e mobilità incentivata: «Stiamo assistendo a un'indecente sceneggiata. Oltre a non fornire le doverose risposte, l'azienda ha cercato di addossare le responsabilità della mancata ricollocazione al Comune, alla Provincia, ai sindacati e agli stessi lavoratori. Un comportamento assurdo e irresponsabile».
Accanto ai lavoratori, si mobilitano le istituzioni. Costante l'attenzione del sindaco Ezio Colombo, che sta partecipando assiduamente ai tavoli istituzionali e che ogni giorno incontra i lavoratori in via Euripide; la vertenza ha raggiunto anche il Parlamento, con l'interrogazione presentata dalla senatrice Pd Emanuela Baio al Ministro del image Lavoro Maurizio Sacconi per chiedere un intervento urgente del governo a tutela dei diritti calpestati dei lavoratori. Domani, domenica 27 giugno, alle 10.30, una delegazione di parlamentari Pd, tra i quali la stessa Baio, di consiglieri provinciali e regionali, accompagnati dal sindaco, si recherà alla Carlo Colombo per «mostrare agli operai la nostra solidarietà ma anche individuare insieme una strategia», ha detto Baio.
Nel frattempo diventa sempre più dura la permanenza dei lavoratori sul tetto del capannone. La tensione, i giorni di pioggia e di freddo oggi sostituiti dal sole dell'estate, fanno sentire i loro effetti: «Il medico che tiene sotto controllo la situazione, comincia a riscontrare condizioni di salute precarie», ha detto Castagnoli.
Anna Prada

Fotografie di Max Spinolo

 

Da: Il Cittadino MB

Esponenti PD alla Carlo Colombo di Agrate in lotta

 

imageIn solidarietà con gli operai sul tetto. "I dirigenti dell'azienda Carlo Colombo di Agrate mantengano gli impegni assunti con quei lavoratori a cui avevano garantito la ricollocazione e il prepensionamento. 

È inaccettabile che gli operai debbano salire sui tetti delle fabbriche per ottenere quanto pattuito o ciò che spetta loro di diritto. La provincia faccia il possibile per sostenere le giuste rivendicazioni di chi sta protestando".

Lo dichiarano alcuni esponenti del PD brianzolo che domani alle 18.30 (venerdì 18 giugno ndr) torneranno davanti ai cancelli dell'azienda in segno di solidarietà con i lavoratori che da ieri sera sono accampati sul tetto della Carlo Colombo. Saranno presenti i parlamentari PD Emanuela Baio e Alessia Mosca, il consigliere regionale Enrico Brambilla e i consiglieri provinciali di Monza Adriano Poletti, Vittorio Pozzati e Mimmo Guerriero.

I consiglieri provinciali, che con la Federazione provinciale del PD stanno dando supporto logistico alla protesta sostenuta dal sindacato, si sono recati sul posto anche oggi e ieri sera, immediatamente dopo aver appreso la notizia che alcuni lavoratori erano saliti sul tetto dell'azienda dopo il nulla di fatto emerso dall'incontro tra le parti in provincia. Un altro incontro per sbloccare la situazione è previsto per lunedì prossimo, sempre in provincia di Monza.

Da: PD Monza

Da:

Agrate Brianza, la Regione al salvataggio dell'impresa che vuol chiudere

 

Interrogazione alla giunta per evitare la chiusura di una storica azienda produttrice di rame

 

DSCN2615 Un'interrogazione alla giunta Regionale sulla situazione dell'azienda Carlo Colombo di Agrate Brianza. L'ha presentata il monzese e consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Romeo. «È da circa due anni - spiega Romeo - che la proprietà della Carlo Colombo Spa, produttrice di trafilati e piatti in rame, ha comunicato la volontà di chiudere il sito di Agrate Brianza, ma il futuro dei dipendenti non è ancora chiaro. Questo nonostante gli accordi sulla ricollocazione stabiliti nel 2008 con Confindustria e parti sociali e nel 2009 dinanzi al Ministero del Lavoro per quanto riguarda il mantenimento della Cassa Integrazione».
Nel corso del 2010 - continua il rappresentante del Carroccio - è stato aperto un tavolo di trattativa tra la società e le parti sociali, presso la Provincia di Monza e Brianza, che non ha però condotto a risultati significativi. Romeo, che la scorsa domenica davanti ai cancelli della «Carlo Colombo» ha incontrato lavoratori e rappresentanti sindacali, «non nasconde la preoccupazione per il futuro dei dipendenti di questa storica azienda e per i riflessi che questa difficile situazione potrebbe generare nell'intero contesto economico dell'agratese: «Credo sia opportuno che la Regione Lombardia si faccia parte attiva nella risoluzione di questa emergenza, auspicando un preciso impegno da parte di tutti i soggetti interessati a salvaguardia di questa realtà industriale».
Per questo il consigliere chiede nell'interrogazione «quali provvedimenti d'urgenza intenda adottare la giunta Regionale per fronteggiare questa situazione critica, con lo scopo di tutelare la realtà produttiva ed occupazionale». Propone inoltre di valutare «l'opportunità che Regione Lombardia partecipi attivamente al tavolo di trattativa già avviato e proponga uno specifico piano di interventi di orientamento e riqualificazione professionale dei lavoratori».

 

Da: Il Giornale

24 giugno 2010

Agrate. Lavoratori Carlo Colombo sul tetto: al via lo sciopero della fame

 

Prosegue la protesta dei lavoratori della Carlo Colombo di Agrate Brianza. Dopo che ll’inizio della settimana è fallito il summit in Provincia per tentare di trovare una soluzione, gli otto lavoratori asseragliati sul tetto da martedì scorso hanno deciso che rimarranno lì fino alla prossima settimana. Gli altri li supporteranno con un presidio all’ingresso dell’ex trafileria in via Euripide e altri ancora attrezzati di bandiere, striscioni e megafoni invece nel piazzale.

La protesta è esplosa dopo 18 mesi di cassa integrazione, a poche settimane dal possibile licenziamento per settanta operai. Il tutto è cominciato dopo che la direzione dell’azienda, specializzata nella produzione di rame, ha deciso di trasferire la produzione a Pizzighettone. Carlo-Colombo-sindacatiL’azienda avrebbe dovuto garantire un posto per i suoi dipendenti. Tuttavia, lavoratori e sindacati sostengono che fino a ora nessuno, dei 38 in questione, è stato ricollocato e poi manca ancora l’accompagnamento al prepensionamento per 10 lavoratori e l’incentivo per altri 26. Gli striscioni, i commenti dei lavoratori al presidio e i sindacati parlano chiaro “rispettate l’accordo!”.

L’incontro in provincia all’inizio della settimana avrebbe dovuto sbloccare la situazione. Invece, dopo ore e ore di colloqui le parti sono uscite con un nulla di fatto. Alla riunione hanno partecipato il presidente Dario Allevi, il sindaco di Agrate Enzo Colombo, i sindacati e i rappresentanti della proprietà. “Dopo tante parole – spiegano i sindacati – la Colombo non ha fatto altro che proporre le stesse cose. Abbiamo solo perso tempo. Di fronte a questa situazione abbiamo deciso di fare una proposta – spiega Antonio Castagnoli della Fiom - riportare, entro fine dicembre, la produzione ad Agrate Brianza per 38 lavoratori”. Ma non è tutto si parla anche di procedere per vie legali, Claudio Cerri della Fiom Cgil Brianza annuncia: “non escludiamo di impugnare l’accordo”.

Sul tetto: Albero Mauri, Salvatore Granese, Mauro Alberti, Andrea Donnarumma, Daniele Lolli, Davide Battista, Lorenzo Pavese, Ivan Tommasi ed Emilio Casarotto

Intanto i lavoratori da inizio settimana hanno già alzato i toni della protesta riducendo i pasti e si parla già di sciopero della fame. La tensione sale e la vita sul tetto si fa sempre più difficile, il clima non è di certo dalla loro parte, dopo le intense piogge di settimana scorsa ora le temperature si fanno scottanti e la vita lassù diventa sempre più impossibile. Ieri fra l’altro è stata organizzata una sorpresa per Mauro Alberti, i compagni giù in strada hanno realizzato uno striscione di auguri per i suoi 35 anni. “Non volevamo arrivare a questo punto ma in questo Paese se non si fanno atti estremi non si ottiene l’attenzione giusta” – dichiara Federico Beretta della Rsu. Il prossimo summit fra le parti dovrebbe avvenire entro il 30 giugno.

Carlo-Colombo-striscione-auguri

Carlo-Colombo-striscione

 

Da: MB News - Monza Brianza

Carlo Colombo "Non ci rimane che ricorrere in tribunale"

 

Agrate (Monza), 24 giugno 2010 - Pronti a imboccare la via legale, operai e sindacati della Carlo Colombo calano l’asso nella manica del tribunale per avere ragione dell’accordo sulla ricollocazione disatteso dalla proprietà che da nove giorni tiene sul tetto della fabbrica dismessa Salvatore Granese, Andrea Donnarumma, Daniele Lolli, Davide Battista, Lorenzo Pavese, Ivan Tommasi ed Emilio Casarotto.

La decisione è maturata ieri dopo le ultime sconfortanti notizie in arrivo dalla task-force pubblico-privata che dovrebbe risistemare 38 tute blu (come sancito dal patto rimasto solo sulla carta) in cassa fino al 31 dicembre. La prima riunione di martedì si è chiusa con un nulla di fatto.

"A questo punto, non escludiamo di impugnare l’accordo - annuncia Claudio Cerri della Fiom Cgil-Brianza - di conseguenza i licenziamenti, e risalendo a ritroso, la chiusura stessa dello stabilimento di Agrate. Sulla proprietà sta per piovere un’altra tegola". Il ricorso alla giustizia si fa più vicino. Da più di due giorni ormai la colonnina di mercurio segna temperature estive e in vetta si cuoce. «Siamo in corsa contro il tempo per centrare l’obiettivo, ripeteremo all’infinito che stiamo solo chiedendo ciò che ci spetta di diritto», aggiunge Antonio Castagnoli della Fiom.

"Vogliamo lavorare, non ci sono santi", spiega Mimmo Jakelich, dell’rsu e per ottenere il posto gli operai hanno già presentato un’altra proposta: «Quella di riportare in Brianza parte dell’attività produttiva da Pizzighettone, nel cremonese, dove è stata trasferita un anno e mezzo fa. Quanto basta per rispettare i patti e sistemare i famosi 38». Fra le condizioni su cui la Colombo ha fatto orecchie da mercante, il residuo del prepensionamento e l’incentivo per 26 lavoratori.

Ai cancelli si parla sempre con il naso all’insù. Gli otto «alpinisti» hanno ridotto i pasti da lunedì, imminente l’avvio dello sciopero della fame. "Il tempo in questa vicenda gioca un ruolo fondamentale - rimarca Cerri - ogni minuto che passa è un minuto in più che otto uomini vivono in condizioni impossibili". I lavoratori sono esasperati: "L’azienda è latitante da 18 mesi, e continua su questa china".

Sono i commenti che si registrano minuto per minuto al presidio. Le famiglie si preparano a trascorrere un altro weekend in strada. Sabato la piccola Simona, figlia di Ivan Battista, uno degli otto, compirà 9 anni e festeggerà on the road, “vicino” al suo papà. "E’ l’unico regalo che ha chiesto", racconta commossa mamma Monica.

Le istituzioni schierate dalla parte degli operai stanno facendo di tutto per uscire dall’impasse. La battaglia è bipartisan. I consiglieri regionali Roberto Alboni (Pdl) ed Enrico Brambilla (Pd) fanno pressione sul governo lombardo perché scenda in campo. A Roma, lo stesso.

Potrebbe essere il ministero del Lavoro, come successo con Yamaha, a mettere la parola fine a questa brutta storia. "L’azienda presenti un piano degno degli impegni che ha assunto", dice la senatrice Emanuela Baio (Pd) “invitando” i dirigenti a fare di più. Intanto il Pd provinciale lancia una sottoscrizione a favore delle tute blu di Agrate.

Una rappresentanza di operai interverrà fissa alle feste democratiche raccogliendo fondi a favore della causa. Vista la china che hanno preso gli eventi, la protesta rischia di andare avanti giorni e giorni. «Finché non ci sarà un apprezzabile un cambio di rotta», fanno sapere dal tetto.

Barbara Calderola

 

Da: Il Giorno

23 giugno 2010

7 Giorno Carlo Colombo Conferenza Stampa

 

 

 

 

7 Giorno Carlo Colombo: Buon Compleanno Alberti Mauro, dai tuoi compagni di Lavoro !

 

 

 

 

Lotta Colombo: Medico preoccupato Inizia lo sciopero della fame

 

Continua lo sciopero della fame per gli  otto operai della Colombo di Agrate, sono decisi nella loro protesta e dal tetto brindano anche per un compleanno.

 

DSCN2656 Agrate, 23 giugno 2010 - Il giorno dopo il nulla di fatto al tavolo provinciale sulla ricollocazione, in via Sofocle si respira un’aria pesante. Non ci speravano, ma in fondo gli operai della Carlo Colombo si aspettavano una proposta concreta da parte della dirigenza. "E’ solo il primo round", annunciano le battagliere tute blu. La forza per andare avanti arriva dal tetto. Sono gli otto in vetta a spronare i colleghi. Lo fanno in due modi: uno drammatico, l’altro leggero. Il primo: hanno cominciato la riduzione dei pasti, anticamera dello sciopero della fame, "un gesto estremo che racconta tutta la nostra disperazione", spiegano.

L’altro: la festa a sorpresa per Mauro Alberti, oggi compie 35 anni lontano dalla famiglia. I compagni, con i mezzi che hanno a disposizione preparano uno striscione di buon compleanno. «Non mi aspettavo certo che la ricorrenza mi cogliesse qua sopra», ironizza l’interessato, la voce amplificata dal megafono.
Lunedì, dopo il tavolo, c’è stato il brindisi per Mimmo Jakelich, delegato, anche lui ha fatto 33 anni al presidio.  "Un modo per non scivolare nello sconforto", sussurra mentre distribuisce bicchieri usa e getta per un cin cin improvvisato. Prove di normalità a una settimana dall’inizio della “rivolta del pane”. "La nostra è una causa sacrosanta, non ci lasceremo mettere un’altra volta i piedi in testa", dicono gli operai. Preoccupati solo che la ciurma lassù stia bene, non abbia cedimenti e congeli decisioni che potrebbero pregiudicarne la salute.

Lo stesso medico, Francesco Salerno, su sollecitazione degli operai ha spiegato nei dettagli cosa comporta astenersi dall’alimentazione. Al presidio, dopo il tavolo monzese, Claudio Cerri, segretario della Fiom Cgil-Brianza si mette le mani nei capelli allargando un pochino l’orizzonte: "Il triangolo Vimercate-Concorezzo-Agrate naviga in brutte acque, la situazione occupazionale non è mai stata così difficile. All’ex Celestica ci sono 660 posti a rischio, alla Numonyx il doppio, alla Linkra-Compel 195, ne cito solo alcuni. Per non parlare dell’indotto. Stiamo pagando l’assenza di politiche di sviluppo".

Temi che appassionano gli operai, e che danno la stura a una discussione vivace. "Con la vecchia dirigenza Colombo quel che accade oggi sarebbe stato impensabile – raccontano – ora siamo ridotti a elemosinare quel che ci spetta di diritto. E’ una colpa non voler essere assistiti?». Il grosso dei superstiti dopo la chiusura della fabbrica è sulla quarantina. Troppo vecchi per l’apprendistato, troppo giovani per la pensione. «Né carne, né pesce. E infatti eccoci qua in mezzo alla strada». Il tavolo provinciale di verifica del percorso di ricollocazione avviato ieri pomeriggio a Milano è stato fissato a fine mese. «Noi intanto non ci muoviamo da qui".

Barbara Calderola

Da: Il Giorno

22 giugno 2010

Carlo Colombo Operai pronti allo sciopero della fame

Il summit in Provincia delude le aspettative: gli irriducibili restano sul tetto e riducono i pasti

DSCN2692 Agrate (Monza), 22 giugno 2010 - Gli operai della Carlo Colombo di Agrate restano sul tetto per il sesto giorno di fila, la decisione è arrivata dopo che hanno giudicato "inconsistente" la proposta dell’azienda al tavolo provinciale di istituire un team di tre persone per la loro ricollocazione. Da ieri sera in vetta è cominciata anche la riduzione dei pasti, anticamera dello sciopero della fame, annunciato nei giorni scorsi.

La Fiom Cgil ha chiesto che sia riportata in Brianza da Pizzighettone, dove è stata traferita in blocco, parte della produzione, "quella che serve all’azienda per rispettare l’accordo disatteso, e dia, come si era impegnata a fare, lavoro ai 38 operai con cui ha un debito", spiega Antonio Castagnoli. Le istituzioni hanno fatto pressioni sui dirigenti per accorciare i tempi, ma il risultato non è dietro l’angolo.

E la protesta rischia di andare avanti altri 15 giorni, un nuovo summit fra le parti verrà fissato solo a fine mese. L’incontro è cominciato alle 18.30, il presidente della Provincia Dario Allevi e il sindaco di Agrate Ezio Colombo hanno strappato a Confindustria l’impegno a trovare un posto alle tute blu dell’ex fonderia. Ma non basta. La notizia del nulla di fatto, è rimbalzata in via Sofocle come uno schiaffo.

"Non c’è niente di concreto, di fronte all’incertezza la battaglia continua”, spiega Salvatore Granese dal tetto. Gli otto si preparano a trascorrere un’altra notte lassù. "Non abbiamo alternative, per l’ennesima volta ci propongono di credergli sulla parola. Ci ritroviamo qui proprio perché gli abbiamo dato fiducia in passato". Una sentenza lapidaria comunicata al megafono da venti metri di altezza.

"Senza lavoro, non possiamo vivere. Né noi, né i nostri figli". Le tute blu sono ferme sulla loro posizione. "Non vogliamo passare per intransigenti, siamo arrivati a questo punto dopo aver preso parte a tutti le riunioni possibili, ed aver presidiato la sede legale di Milano, senza mai ottenere quel che volevamo: il rispetto degli accordi", spiega Marcelo Galati, delegato.

Un brutto colpo anche per le famiglie, che speravano di poter riabbracciare mariti e padri: "Siamo con loro, oggi più che mai", fanno sapere le mogli ai piedi della vetta. "Siamo costretti a proteste estreme, altrimenti torniamo ad essere invisibili, come siamo stati in passato", spiegano ancora i lavoratori. Sul caso Colombo è al lavoro la "diplomazia" politica brianzola.

Destra e sinistra si sono rimboccate le maniche in uno sforzo bipartisan, alla ricerca della quadra a tutti i livelli: Parlamento, Regione, Provincia, Comune. La delusione al presidio è innegabile, ma da queste parti è vietato scoraggiarsi: "Non possiamo fermarci proprio adesso". I cellulari squillano in continuazione, tanti i sostenitori degli operai che aspettavano la buona notizia che non è arrivata.

di BARBARA CALDEROLA

 

Da: Il Giorno

21 giugno 2010

Agrate, protesta sotto la pioggia Protezione civile all'ex Colombo

 

image Agrate Brianza - La protesta in via Euripide continua. I sei dipendenti della ex Carlo Colombo, che mercoledì scorso hanno occupato la storica trafileria, hanno passato il fine settimana sul tetto. E in giorni di pioggia e freddo ben poco estivo, hanno ricevuto il sostegno della protezione civile con brandine e stufette. Domenica mattina il presidio davanti all'azienda (composto da colleghi e parenti dei sei sul tetto), su sollecitazione dell'assessore provinciale Luca Talice, è stato dotato di una tenda impermeabile portata sul posto dal gruppo della protezione civile di Cavenago.
Ogni giorno, mattina e sera, i lavoratori ricevono la visita del sindaco di Agrate Ezio Colombo. Questa sera, lunedì, è convocato un nuovo incontro in Provincia a Monza tra sindacati, azienda e l'assessore al Lavoro Giuliana Colombo. I lavoratori chiedono il rispetto dell'impegno sul ricollocamento dei lavoratori preso dall'azienda con l'intesa sulla cassa integrazione siglata nel 2008.

 

Da: Il cittadino MB

19 giugno 2010

Comunicato Stampa: L’accordo mai rispettato con i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A.

 

image

Mercoledì 16 Giugno 2010 i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A. decidono di entrare nella fabbrica di Agrate Brianza, già da tempo chiusa, e di accamparsi sul tetto della stessa.
Un gesto eclatante, una richiesta d’aiuto, ciò che rimane di una speranza che anche oggi, durante l’incontro che si è svolto tra la dirigenza e le rappresentanze sindacali, è stata strappata dalle menti e dai cuori di quegli uomini e riportata alla triste e immutata realtà.
Sono circa 70 persone in cassa integrazione da oltre un anno (di cui il secondo ottenuto grazie ad un interrogazione presentata al ministro Sacconi dall’Italia Dei Valori).
La suddetta società, dopo aver dichiarato lo stato di crisi e aver così ottenuto l’accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, apre una nuova sede a Pizzighettone  cambiando però la ragione sociale, condizione indispensabile e necessaria per assumere nuovo personale, ovviamente a termine. Ad operazione completata, il nome della società di Pizzighettone torna magicamente e richiamarsi “Carlo Colombo”.
Oggi, dopo quasi due anni di incontri e trattative, i lavoratori chiedono che l’accordo siglato, anche  dalla dirigenza, venga rispettato soprattutto nella parte in cui la stessa si impegnava a ricollocare i lavoratori.
Ebbene, oggi questi uomini stanno chiedendo di lavorare, di poter usufruire di un diritto che la nostra Costituzione sancisce in maniera inequivocabile.
Molta stampa è accorsa oggi e la mia speranza è che a questi lavoratori e alle loro famiglie, venga data l’attenzione che meritano, ma ancor più auspico che il Governo si svegli dal suo torpore e decida di tendere una mano a tutte quelle piccole e medie imprese che sono in stato di sofferenza e che se aiutate potrebbero determinare la sopravvivenza di molte famiglie.
Invito poi il Ministro Sacconi a combattere tutte quelle forme di speculazione che nascondendosi e giustificandosi con la parola CRISI, abbandonano a se stessi molti lavoratori non più giovanissimi accollando allo Stato i costi di scelte orientate al profitto personale sulle spalle di un’Italia ormai sempre più ricurva.
Il mio pensiero finale va a quegli uomini che da ieri sera sono accampati sul tetto di una fabbrica specchio di un bel Paese a cui non hanno lasciato più nemmeno le briciole.

Grazie per la Vs. attenzione, con la preghiera di diffusione

UFFICIO STAMPA & COMUNICAZIONE - ITALIA DEI VALORI - LOMBARDIA

per informazioni o interviste prego di contattare il 348 5555348

Gli investimenti fatti Alla Carlo Colombo SPA – Agrate Brinza

 

Ecco gli investimenti fatti dal gruppo Colombo per rilanciare l’Azienda ad Agrate Brianza !!!

 

Il Rilancio dell’Azienda Carlo Colombo SPA Agrate Brianza !!!

 

2 Anni fa, la Carlo Colombo,  RILANCIO DELL’AZIENDA.

Questo è il rilancio dell’Azienda da parte della Direzione !!!!

17 giugno 2010

Carlino: Solidarietà a lavoratori Colombo, azienda senza scrupoli non rispetta accordi

 

image Giuliana Carlino Russo

 

"L'ennesima promessa mancata ha costretto oggi i lavoratori della Carlo Colombo di Agrate Brianza, in provincia di Monza, a salire sui tetti e a protestare contro l'azienda". Lo ha detto la senatrice Giuliana Carlino, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione lavoro. "Manca ormai poco alla scadenza della cassa integrazione straordinaria e dall'azienda nulla si muove nonostante gli accordi sindacali prevedessero l'attuazione di un piano di gestione degli esuberi e la ricerca di una soluzione per la ricollocazione dei lavoratori. L'Italia dei Valori è vicina ai lavoratori della Colombo presi in giro dai soliti imprenditori senza scrupoli che stipulano accordi per ricevere soldi pubblici e poi non li rispettano".

Pubblicato Ufficio Stampa IDV al Senato [ ufficiostampa@italiadeivalori.it ]

Occupazione Uffici di Agrate Brianza !!

 

Agrate Brianza, 17.06.2010

 

Questa è la risposta che diamo all'Azienda se non prende una decisione seria e senza altri ulteriori perdite di tempo !!!!

Comitato Lavoratori Carlo Colombo SPA – RSU Carlo Colombo SPA –  FIOM CGIL Monza Brianza !

 

 

 

L’accordo mai rispettato con i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A.

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Mercoledì 16 Giugno 2010 i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A. decidono di entrare nella fabbrica di Agrate Brianza, già da tempo chiusa, e di accamparsi sul tetto della stessa.
Un gesto eclatante, una richiesta d’aiuto, ciò che rimane di una speranza che anche oggi, durante l’incontro che si è svolto tra la dirigenza e le rappresentanze sindacali, è stata strappata dalle menti e dai cuori di quegli uomini e riportata alla triste e immutata realtà.
Sono circa 70 persone in cassa integrazione da oltre un anno( di cui il secondo ottenuto grazie ad un interrogazione presentata al ministro Sacconi dall’Italia Dei Valori).
La suddetta società, dopo aver dichiarato lo stato di crisi e aver così ottenuto l’accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, apre una nuova sede a Pizzighettone cambiando però la ragione sociale, condizione indispensabile e necessaria per assumere nuovo personale, ovviamente a termine. Ad operazione completata, il nome della società di Pizzighettone torna magicamente e richiamarsi “Carlo Colombo”.
Oggi, dopo quasi due anni di incontri e trattative, i lavoratori chiedono che l’accordo siglato, anche dalla dirigenza, venga rispettato soprattutto nella parte in cui la stessa si impegnava a ricollocare i lavoratori.
Ebbene, oggi questi uomini stanno chiedendo di lavorare, di poter usufruire di un diritto che la nostra Costituzione sancisce in maniera inequivocabile.
Molta stampa è accorsa oggi e la mia speranza è che a questi lavoratori e alle loro famiglie, venga data l’attenzione che meritano, ma ancor più auspico che il Governo si svegli dal suo torpore e decida di tendere una mano a tutte quelle piccole e medie imprese che sono in stato di sofferenza e che se aiutate potrebbero determinare la sopravvivenza di molte famiglie.
Invito poi il Ministro Sacconi a combattere tutte quelle forme di speculazione che nascondendosi e giustificandosi con la parola CRISI, abbandonano a se stessi molti lavoratori non più giovanissimi accollando allo Stato i costi di scelte orientate al profitto personale sulle spalle di un’Italia ormai sempre più ricurva.
Il mio pensiero finale va a quegli uomini che da ieri sera sono accampati sul tetto di una fabbrica specchio di un bel Paese a cui non hanno lasciato più nemmeno le briciole.

 

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Operai sul tetto alla Carlo Colombo

 

Sei operai della Carlo Colombo di Agrate Brianza, in provincia di Monza, sono saliti sul tetto della fabbrica per protestare contro il mancato rispetto da  parte dell'azienda, che produce trafilati in rame, degli accordi
sulla ricollocazione e il prepensionamento dei lavoratori in  mobilità.La Carlo Colombo è una società produttrice di trafilati  e piatti in rame: nel gennaio 2009 aveva attivato una procedura di mobilità per 81 lavoratori nella sede di Agrate Brianza con conseguente chiusura del sito. Con un accordo firmato al Ministero del lavoro l'azienda si era impegnata al mantenimento in cassa integrazione straordinaria per due anni e alla ricollocazione e al prepensionamento dei lavoratori in mobilità ma a ottobre 2009 la Confindustria aveva comunicato che non sussistevano le condizioni per la concessione del secondo anno di Cigs. Dopo le proteste dei lavoratori, la Regione Lombardia ha concesso per il 2010 la cassa integrazione in deroga e oggi, presso la Provincia di Monza, c'era stato un ulteriore incontro con la proprietà davanti all'assessore provinciale al lavoro Giuliana Colombo.Incontro che non ha dato gli esiti sperati dai lavoratori che sono tornati alla fabbrica e sono saliti sul tetto per protestare contro l'atteggiamento dei vertici aziendale che, a loro dire, si sono semplicemente disinteressati di qualsiasi possibilità di raggiungere una soluzione.Gli operai dicono infatti che il settore delle componenti in rame è tutt'altro che in crisi ma che la proprietà vuole soltanto chiudere il sito di Agrate e spostare la produzione altrove per massimizzare i profitti..

 

Da: Radio Lombardia

Agrate, protesta alla ex Colombo: sei lavoratori occupano il tetto

 

image (Foto by Max Spinolo)

Agrate Brianza - Alla fine della loro protesta, nel tardo pomeriggio di mercoledì sei lavoratori della ex Carlo Colombo di Agrate hanno occupato il tetto dell'azienda di via Euripide. La richiesta dei cassintegrati rimane la stessa: che l'intesa sulla cassa integrazione siglata nell'autunno 2008 venga rispettata appieno, anche per la parte che impegna l'azienda alla ricollocazione di buona parte dei dipendenti della ex trafileria. L'alternativa, temono sindacati e lavoratori, è che si arrivi alla fine dell'anno con la scadenza del secondo anno di ammortizzatore e il passaggio diretto alla mobilità, quindi al licenziamento.
I lavoratori in cassa integrazione sono 65: la storica trafileria di via Euripide ha chiuso nel dicembre 2008 e si è trasferita a Pizzighettone. E nei nuovi piani sembra non aver previsto, come negli accordi, la ricollocazione degli ex dipendenti affidandosi invece a degli interinali.
Ieri in Provincia a Monza era in programma un ulteriore incontro con la proprietà davanti all'assessore provinciale al lavoro Giuliana Colombo: ma non ha dato gli esiti sperati dai lavoratori che sono tornati ad Agrate e sono saliti sul tetto.

 

Da: Il Cittadino MB

Agrate Brianza, in sei sul tetto della Carlo Colombo per protestare contro la chiusura

 

Scritto da: Riccardo Rosa

Giovedì 17 Giugno 2010

Sciopero-Carlo-ColomboAgrate Brianza come Gerno di Lesmo, la Carlo Colombo come la Yamaha.  Ieri sera sei operai della Carlo Colombo, storica azienda che produce trafilati in rame, sono saliti sul tetto della fabbrica. Come era accaduto lo scorso inverno per gli operai della Yamaha, a Gerno di Lesmo, anche per i dipendenti della Colombo il motivo di questa scelta è la protesta.

Lo scorso dicembre, quattro dipendenti dalla casa motocilcistica giapponese erano saliti sul tetto per contestare la decisione dell’azienda di non concedere la cassa integrazione. Ieri sera i sei della Carlo Colombo hanno invece deciso di protestare contro una chiusura ingiustificata e contro il mancato rispetto da parte dell’azienda degli accordi raggiunti sulla ricollocazione e il prepensionamento dei lavorarori in mobilità.

“Siamo stanchi – hanno urlato -. Da qua non ce ne andiamo finché la società non fa quello che deve”.  Insomma, si tratta di protesta a oltranza e l’intenzione viene confermata aanche dai colleghi che di fronte ai cancelli della dittà stanno dando man forte ai sei sul tetto. Per resistere il più a lungo possibile si sono attrezzati con tende e viveri.
Complessivamente, il problema riaguarda circa ottanta lavoratori. Secondo quando hanno raccontato i sindacati che stanno seguendo il caso, nel gennaio del 2009 l’azienda aveva attivato una procedura di mobilità per i dipendenti del sito di Agrate con conseguente chiusura. I sindacati e i lavoratori però non ci stanno e hanno denunciato a chiare lettere che l’azienda agratese non è in crisi, che il settore dei componenti in rame tutto sommato tiene, ma che l’azienda ha solo intenzione di chiudere i battenti per trasferire la produzione da un altra parte. Il motivo? Massimizzare i profitti.

 

Da: MB News Monza Brianza

L'accordo mai rispettato con i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A.

 

Mercoledì 16 2010 i lavoratori della Carlo Colombo S.p.A. decidono di entrare nella fabbrica di Agrate Brianza, già da tempo chiusa, e di accamparsi sul tetto della stessa.

Un gesto eclatante, una richiesta d'aiuto, ciò che rimane di una speranza che anche oggi, durante l'incontro che si è svolto tra la dirigenza e le rappresentanze sindacali, è stata strappata dalle menti e dai cuori di quegli uomini e riportata alla triste e immutata realtà.

Sono circa 70 persone in cassa integrazione da oltre un anno( di cui il secondo ottenuto grazie ad un interrogazione presentata al ministro Sacconi dall'Italia Dei Valori).

La suddetta società, dopo aver dichiarato lo stato di crisi e aver così ottenuto l'accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, apre una nuova sede a Pizzighettone cambiando però la ragione sociale, condizione indispensabile e necessaria per assumere nuovo personale, ovviamente a termine. Ad operazione completata, il nome della società di Pizzighettone torna magicamente e richiamarsi "Carlo Colombo".

Oggi, dopo quasi due anni di incontri e trattative, i lavoratori chiedono che l'accordo siglato, anche dalla dirigenza, venga rispettato soprattutto nella parte in cui la stessa si impegnava a ricollocare i lavoratori.

Ebbene, oggi questi uomini stanno chiedendo di lavorare, di poter usufruire di un diritto che la nostra Costituzione sancisce in maniera inequivocabile.

Molta stampa è accorsa oggi e la mia speranza è che a questi lavoratori e alle loro famiglie, venga data l'attenzione che meritano, ma ancor più auspico che il Governo si svegli dal suo torpore e decida di tendere una mano a tutte quelle piccole e medie imprese che sono in stato di sofferenza e che se aiutate potrebbero determinare la sopravvivenza di molte famiglie.

Invito poi il Ministro Sacconi a combattere tutte quelle forme di speculazione che nascondendosi e giustificandosi con la parola CRISI, abbandonano a se stessi molti lavoratori non più giovanissimi accollando allo Stato i costi di scelte orientate al profitto personale sulle spalle di un'Italia ormai sempre più ricurva.

Il mio pensiero finale va a quegli uomini che da ieri sera sono accampati sul tetto di una fabbrica specchio di un bel Paese a cui non hanno lasciato più nemmeno le briciole.

 

Da: Idv Dipartimento Lavoro

16 giugno 2010

Occupazione sito Agrate Brianza

 

Agrate Brianza, 16.06.2010

 

Alle ore 19:00 Occupazione Uffici Carlo colombo Spa !!!!! Via Sofacle, 9 Agrate Brianza

 

 

Aggiornamento in tempo reale !!!!!!!!!

Cassaintegrati Carlo Colombo SPA – Incontro Provincia Monza Brianza

Monza 16.06.2010

Nella Giornata di oggi, si aprirà un tavolo di trattativa, Provincia Monza Brianza, Sindaco Comune Agrate Brianza, Fiom CGIL Monza Brianza, RSU Carlo Colombo SPA.

Questo incontro anticipato grazie ha una cinquantina di Lavoratori della Carlo Colombo, che giovedì scorso hanno presidiato All’associazione Charly, denunciando a voce alta il Rispetto dell’accordo……

 

Aggiornamento della situazione nelle prossime ore !!!!!!

10 giugno 2010

Carlo Colombo. Rispetto degli accordi presi!

 

Milano 10.06.2010

 

Logo Comitato Colombo Cgil copia

Desidero concludere con le parole del papà di Charly: "Se riusciamo a salvare anche una sola vita di un giovane l’anno, il nostro obiettivo è raggiunto!"
Mariagrazia Zanaboni
presidente Associazione L’amico Charly onlus
presidente Fondazione Charly Colombo
Belle parole, ma che ne pensano i figli dei lavoratori della Carlo Colombo spa di Agrate, di cui la Zanaboni è presidente, in cassaintegrazione dal 2009? Ci sono 71 famiglie, con figli, truffate e mancate di rispetto da questa gente "per bene".
Gli accordi firmati dall’azienda Carlo Colombo Spa. sono pari al gioco delle tre carte: a perdere sono solo i lavoratori, quelli che hanno arricchito l’azienda e ora hanno di fronte un futuro di incertezza.
Dopo 17 mese di non ascolto da parte dell’azienda, dopo l’incapacità delle istituzioni a far fronte al problema, dopo l’impotenza da parte dei vertici sindacali, dopo le continue minacce da parte della polizia, noi lavoratori abbiamo capito che l’unico modo per far rispettare i nostri diritti è continuare la lotta.
Non permetteremo che chi si fa bello con l’aiuto ai giovani in difficoltà crei un futuro disagiato per i nostri figli, e siamo disposti a usare ogni mezzi per ottenere quello che ci spetta.
Non vogliamo vivere in un paese dove gli speculatori e il profitto sono gli unici a dettare legge, vogliamo un’Italia che guardi soprattutto a chi la fa grande, ossia ai lavoratori.

Rispetto degli accordi presi!
Continueremo a lottare uniti!
Solidarietà fra i lavoratori

 

Comitato lavoratori Carlo Colombo SPA – RSU Carlo Colombo -  Fiom CGIL Monza Brianza

Presidio Lavoratori Carlo Colombo SPA, sotto associazione Amico Charly. Ancora a Manifestare, ancora per chiedere un diritto Sacrosanto, IL LAVORO !!!!

 

Milano 10.06.2010

 

Logo Comitato Colombo Cgil copia

Presidio Lavoratori Carlo Colombo SPA, sotto Associazione Charly, Via Guerzoni, 23 Milano.

Gli Operai della Carlo Colombo scendono ancora in piazza, sempre per lo stesso motivo, sempre per far rispettare un accordo Firmato in Confindustria, dal Sindacato e dall’Azienda.

Oggi Manifestiamo Sotto l’Associazione Charly, la stessa un’associazione di volontariato, che aiuta bambini disagiati e disadattati, massimo rispetto per chi da il proprio contributo nell’aiutare questi bambini, e, infatti, in sette mesi di lotta e continue manifestazioni, non c’è mai stato il pensiero di venire qua a esporre il nostro problema.

Oggi abbiamo deciso di venire qua, per far capire alla Presidentessa dell’Associazione, che tra le altre cose è anche la Presidentessa della Carlo Colombo SPA. Alla Signora Zanaboni diciamo, che adesso non è più il momento di giocare, non è più il momento di studiarsi a vicenda, di annusarsi per capire varie intenzioni, il tempo è finito. I continui ripensamenti e i vari giochetti, servono soltanto a perdere più tempo, che sicuramente non giova a nessuno. Da Oggi in poi tolleranza zero.

Lei Signora Zanaboni, sia per il primo incontro in Prefettura e per tutti gli altri, ci ha sempre chiesto di non sfociare la nostra rabbia, in azioni che possano compromettere la Vostra immagine d’imprenditori, sia nel suo caso, sia per quella dell’associazione Charly, bene fino a oggi, rimarchiamo questa frase, noi siamo persone per bene e padri di famiglia è non nascondiamo, anche se con qualche fatica, il fatto che abbiamo sempre avuto un comportamento impeccabile, infatti, tutte le iniziative sono state prese e concordate con anticipo da Sua Eccellenza come l’ho chiama Lei. Per Lei questa non deve essere una scusa, non cavalchi questa sua continua richiesta per allungare ancora i tempi, non esasperi ancora gli animi di persone, che sono già a limite dell’esasperazione, non ci porti a oltrepassare l’asticella della legalità, non dia modo di dimostrargli, che per far rispettare un accordo, siamo disposti ad azioni sicuramente più marcate e clamorose, parola molto semplice da capire e nello stesso tempo molto efficace per arrivare al punto, (la storia insegna qualche cosa).

Tutti noi volgiamo mettere in chiaro alcuni punti, che riteniamo importanti per arrivare a una soluzione consona alle esigenze di tutti noi.

Non riusciamo a capire Le vostre continue comunicazioni fatte a ogni incontro, pensiamo che siano solamente una perdita di tempo, ma puntualmente sono stravolte a vostro piacere, non chiediamo di portare avanti questa vicenda per forza in provincia Monza Brianza, tutte le discussioni possono essere discusse anche in un parco Pubblico, per noi ogni sito va bene, l’importante è non perdere più tempo. Vogliamo sapere con quale criterio sono chiamate le persone, dalle varie aziende, da Voi contattate per andare a fare i colloqui, qui ci sono delle cose da chiarire, come mai solo adesso siamo contattati da queste Aziende? E dall’Ottobre 2008, che aspettiamo che la Carlo Colombo SPA ricollochi nel territorio trentotto Persone, siete stati latitanti per venti Mesi, nonostante avete chiesto a ogni Cassaintegrato un Curriculum.

Se la sua risposta e quella che la parola “territorio” la associa solo ed esclusivamente nel territorio della Brianza, sicuramente qualcuno la spiegato in maniera errata, quel qualcuno è quel PERSONAGGIO, che noi tutti non ci stupiamo più, anzi più andiamo avanti e più siamo convinti, che se oggi ci troviamo in questa situazione è soltanto da addebitare al nostro caro amministratore delegato Marco Negrini, e a tutto il suo Staff di persone incompetenti peggio di lui.

Ritornando al discorso delle aziende da Voi contattato, tra di noi c’era un’intesa nel dare la priorità a tutte quelle persone più anziane e a quelle con un Carico familiare più oneroso, invece fino adesso, sono state contattate persone Giovani, senza carichi familiari superiori ad altri o addirittura nulli.

Lei Presidentessa, dovrebbe stare più attenta su queste sfumature, Lei che si occupa di bambini disagiati, provi a immaginare come si sentiranno i nostri figli da Gennaio 2011?, pensi a quanti bambini si troverebbe da sfamare e crescere fino alla maggiore età.

Presidentessa, vediamo di sederci seriamente a un tavolo e iniziamo a parlare di come risolvere questa situazione, si ricordi che noi non interpretiamo niente, noi siamo degli operai, ma questo non vuol dire essere analfabeti, sappiano per fortuna leggere anche noi, e a proposito dell’accordo firmato nell’ottobre 2008 in Confindustria, leggiamo che sommando l’anno 2009 e l’anno 2010, dovevano essere ricollocate trentotto persone nel territorio, che non deve essere per forza in Brianza, ma in base alla residenza degli operai, oggi tutto questo non si è rispecchiato nella realtà, infatti, vengono chiamate persone, che non solo non abitano vicino all’azienda contattata, ma oltre ad avere un’età inferiore ad altri, non avere carichi familiari non sono nemmeno Automuniti, quindi impossibilitate nell’andare da Monza a Lecco.

Se tutto questo è un altro giochetto per dimostrare a terze persone, che noi non abbiamo nessuna intenzione di rimetterci nel mondo del lavoro, e meglio che fate scomparire per sempre questo vostro pensiero, perché da oggi i nomi che andate a comunicare alle aziende, si devono concordare assieme.

Leggendo sempre all’accordo da Voi firmato nell’ottobre 2008 in Confindustria, si legge bene che ventitré persone sono incentivate al licenziamento, questo punto Presidentessa come lo andiamo a Interpretare?

Vogliamo sapere come il nostro caro Negrini o chi per lui, gli ha spiegato come interpretare anche questo punto, stessa cosa anche per il punto successivo, cioè quello in cui si dice che tra l’anno 2009 e 2010, l’azienda s’impegnava ad accompagnare in pensione dieci persone, con i due anni di CIGS, che paghiamo tutti, e tre di mobilità, a oggi sette persone riescono ad accedere al sistema pensionistico, e per le altre tre cosa facciamo? Alle tre persone le dovete accompagnare alla pensione, pagandogli tutti i contributi che mancano, perché non ci sono altre strade.

Noi chiediamo solo quello, che da Voi è stato scritto e controfirmato in Confindustria, senza nessun tipo d’interpretazioni, perché non c’è nulla da interpretare, senza inventarsi scusanti, che i numeri, che leggiamo sono stati messi solamente per ottenere il 2 anno di CIGS, a noi queste cose non sono state spiegate, ne interpretate, e nemmeno ci interessano, anche perché se fosse così, vuol dire che Voi state truffando lo Stato, firmando cose che già sapete di non rispettare, solamente per dimostrare allo stato la buona volontà Teorica dell’azienda di ricollocare almeno il 30% delle persone per ottenere il 2 anno di CIGS.

L’ultima volta che ci siamo incontrati, vi abbiamo illustrato la nostra proposta, per arrivare alla chiusura della vicenda, Lei Presidentessa non pensi che la proposta fatta dalla RSU, sia una proposta inventata al momento, ma è l’unica strada per arrivare a una soluzione, che comunque lascia padri di famiglia senza un posto di lavoro, persone che alla soglia dei quaranta anni di età, si devono rimettere un’altra volta in gioco, padri di famiglia che devono creare serenità nelle proprie famiglie che voi avete tolto.

Noi vorremmo subito andare a lavorare, ma è impossibile, questo lo sappiamo tutti, d’altronde non siete in grado di ricollocare trentotto persone come d’accordo, figuriamoci se potete farlo per sessantacinque, L’altra soluzione potrebbe essere quella di portarci a PIZZIGHETTONE, sempre nell’Azienda creata dal Sig. Colombo grazie ai nostri sacrifici, poiché mentre lui era in giro sull’ Yoth, noi eravamo lì, nella sua azienda, a lavorare e sudare giorno e notte, sabato e Domenica.

Questo è il ringraziamento che abbiamo ricevuto dal nostro datore di Lavoro, usati e gettati via come fazzoletti, ma anche qui ci direte la solita barzelletta, che l’azienda di Cremona, va molto male e che quindi non si può portare altro personale, Anzi ! migliore sarebbe dire, che non si possono portare gli operai di Agrate, visto che al nostro posto avete assunto del personale Interinale, e siccome andate così male, gli avete appena rinnovato i contratti per altri sei mesi.

Presidentessa le parole lasciano il tempo che trovano, cerchiamo di arrivare in fretta a una soluzione, metta la faccia come madre, come presidentessa di un’associazione che aiuta i bambini e ragazzi con problemi, non crei anche hai nostri figli dei problemi, Lei in questo momento non è solo responsabile del nostro futuro, ma anche del futuro dei nostri figli, non ci faccia pensare, che anche lei in questo paese fa parte di quelle tante persone che predica bene e razzolano male, non sarebbe una bella immagine per nessuno, ma tantomeno per Lei.

Gli Operai della Carlo Colombo – RSU Carlo Colombo – Fiom CGIL Monza Brianza.

Presidio Sotto Associazione Amico Charly

 

Milano 10.06.2010

 

Logo Comitato Colombo Cgil copia Oggi giovedì  10 giugno 2010, una cinquantina di lavoratori in cassaintegrazione della Carlo Colombo Spa hanno presidiato, con un gazebo l’associazione Amico Charly in Via Guerzoni, 23  Milano, per protestare contro l' Azienda,  firmataria di un accordo che ancora non ha rispettato.

I lavoratori sono ancora in attesa, dal primo gennaio 2009 sino ad oggi. che venga rispettato l' accordo che prevede la ricollocazione degli esuberi e l'accesso al trattamento pensionistico, ecc.
I lavoratori prevedono altri giorni di mobilitazione, e altre modalità.

La Carlo Colombo SPA  è una società produttrice di trafilati  e piatti in rame. Nel gennaio 2009 attiva una procedura di mobilità per 81 lavoratori nella sede di Agrate Brianza con conseguente chiusura del sito. Con accordo firmato dinanzi al Ministero del lavoro si impegna al mantenimento in CIGS per due anni (verbale di accordo sindacale dell’ottobre 2008).

Ad ottobre 2009 la Confindustria comunica che non ci sono le condizioni per la concessione del secondo anno di CIGS perché non si è raggiunto il target. Gli esuberi non sono stati ben gestiti. Tale compito spettava alla Carlo Colombo, che se ne lava le mani e la soluzione è 77 lavoratori in mobilità! Dopo le proteste dei lavoratori, la Regione concede per il 2010 la Cassa Integrazione in deroga, ossia l’Azienda scarica sulla collettività i costi che si era impegnata a versare lei.

La Carlo Colombo produce componenti in rame che nel nostro paese non certo si può definire un mercato in crisi, però preferisce chiudere il sito di Agrate e spostare la produzione altrove per massimizzare i suoi profitti. La Confindustria che hanno arbitrato l’accordo e gli enti preposti al monitoraggio dell’industrializzazione e dei livelli occupazionali cosa fanno? Nulla, stanno a guardare altre 71 famiglie che resteranno senza mezzi di sostentamento.

I lavoratori decidono di entrare in uno stato di agitazione permanente. Abbiamo fatto due manifestazioni a Milano sotto gli uffici della ditta, siamo andati alla Regione, alla Provincia, al Comune di Agrate, abbiamo fatto un picchettaggio ai cancelli dell’altro stabilimento della Colombo, a Pizzighettone, Occupazione degli offici de Milano, ma l’Azienda e Confindustria continua a dare delle risposte vane agli impegni presi.

Il Comitato dei Lavoratori della Carlo Colombo – RSU Carlo Colombo – Fiom Cgil Monza Brianza


Per contattare gli operai o per maggiori informazioni: 340-5102730 Federico
COMITATO DEI LAVORATORI CARLO COLOMBO.

8 giugno 2010

Presidio Carlo Colombo di Agrate: "va rispettato l'accordo"

 

Scritto da Redazione MBNEWS

I lavoratori della Carlo Colombo di Agrate sono ancora sul piede di guerra. Il 10 giugno, si raduneranno davanti alla sede dell’associazione Charlie in via Guerzoni 23 a Milano dalle ore 10 del mattino fino a sera. La scelta della location da parte dei lavoratori in cassa integrazione da un anno, è per sottolineare il contrasto fra lo scopo benefico dell’associazione fondata dal signor Colombo e il non rispetto dell’accordo firmato con le rappresentanze sindacali.

3 giugno 2010

PRESIDIO SOTTO LA CARLO COLOMBO SPA

 

Milano 03.10.2005

Logo Comitato Colombo Cgil copia Oggi giovedì  3 giugno 2010, una cinquantina di lavoratori in cassaintegrazione della Carlo Colombo Spa hanno presidiato, con un gazebo gli uffici della sede di Carlo Colombo spa, di Viale B. Crespi 17, Milano, per protestare contro l' Azienda,  firmataria di un accordo che ancora non ha rispettato.

I lavoratori sono ancora in attesa, dal primo gennaio 2009 sino ad oggi. che venga rispettato l' accordo che prevede la ricollocazione degli esuberi e l'accesso al trattamento pensionistico, ecc.
I lavoratori prevedono altri giorni di mobilitazione, e altre modalità, durante il presidio di oggi verrà proietato il film "The Take" che parla delle occupazione delle fabbriche come soluzione alla crisi, da parte delle operai argentini.

La Carlo Colombo SPA  è una società produttrice di trafilati  e piatti in rame. Nel gennaio 2009 attiva una procedura di mobilità per 81 lavoratori nella sede di Agrate Brianza con conseguente chiusura del sito. Con accordo firmato dinanzi al Ministero del lavoro si impegna al mantenimento in CIGS per due anni (verbale di accordo sindacale dell’ottobre 2008).

Ad ottobre 2009 la Confindustria comunica che non ci sono le condizioni per la concessione del secondo anno di CIGS perché non si è raggiunto il target. Gli esuberi non sono stati ben gestiti. Tale compito spettava alla Carlo Colombo, che se ne lava le mani e la soluzione è 77 lavoratori in mobilità! Dopo le proteste dei lavoratori, la Regione concede per il 2010 la Cassa Integrazione in deroga, ossia l’Azienda scarica sulla collettività i costi che si era impegnata a versare lei.

La Carlo Colombo produce componenti in rame che nel nostro paese non certo si può definire un mercato in crisi, però preferisce chiudere il sito di Agrate e spostare la produzione altrove per massimizzare i suoi profitti. La Confindustria che hanno arbitrato l’accordo e gli enti preposti al monitoraggio dell’industrializzazione e dei livelli occupazionali cosa fanno? Nulla, stanno a guardare altre 71 famiglie che resteranno senza mezzi di sostentamento.

I lavoratori decidono di entrare in uno stato di agitazione permanente. Abbiamo fatto due manifestazioni a Milano sotto gli uffici della ditta, siamo andati alla Regione, alla Provincia, al Comune di Agrate, abbiamo fatto un picchettaggio ai cancelli dell’altro stabilimento della Colombo, a Pizzighettone, Occupazione degli offici de Milano, ma l’Azienda e Confindustria continua a dare delle risposte vane agli impegni presi.

Il Comitato dei Lavoratori della Carlo Colombo – RSU Carlo Colombo – Fiom Cgil Monza Brianza


Per contattare gli operai o per maggiori informazioni: 340-5102730 Federico
COMITATO DEI LAVORATORI CARLO COLOMBO.

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