23 giugno 2010

Lotta Colombo: Medico preoccupato Inizia lo sciopero della fame

 

Continua lo sciopero della fame per gli  otto operai della Colombo di Agrate, sono decisi nella loro protesta e dal tetto brindano anche per un compleanno.

 

DSCN2656 Agrate, 23 giugno 2010 - Il giorno dopo il nulla di fatto al tavolo provinciale sulla ricollocazione, in via Sofocle si respira un’aria pesante. Non ci speravano, ma in fondo gli operai della Carlo Colombo si aspettavano una proposta concreta da parte della dirigenza. "E’ solo il primo round", annunciano le battagliere tute blu. La forza per andare avanti arriva dal tetto. Sono gli otto in vetta a spronare i colleghi. Lo fanno in due modi: uno drammatico, l’altro leggero. Il primo: hanno cominciato la riduzione dei pasti, anticamera dello sciopero della fame, "un gesto estremo che racconta tutta la nostra disperazione", spiegano.

L’altro: la festa a sorpresa per Mauro Alberti, oggi compie 35 anni lontano dalla famiglia. I compagni, con i mezzi che hanno a disposizione preparano uno striscione di buon compleanno. «Non mi aspettavo certo che la ricorrenza mi cogliesse qua sopra», ironizza l’interessato, la voce amplificata dal megafono.
Lunedì, dopo il tavolo, c’è stato il brindisi per Mimmo Jakelich, delegato, anche lui ha fatto 33 anni al presidio.  "Un modo per non scivolare nello sconforto", sussurra mentre distribuisce bicchieri usa e getta per un cin cin improvvisato. Prove di normalità a una settimana dall’inizio della “rivolta del pane”. "La nostra è una causa sacrosanta, non ci lasceremo mettere un’altra volta i piedi in testa", dicono gli operai. Preoccupati solo che la ciurma lassù stia bene, non abbia cedimenti e congeli decisioni che potrebbero pregiudicarne la salute.

Lo stesso medico, Francesco Salerno, su sollecitazione degli operai ha spiegato nei dettagli cosa comporta astenersi dall’alimentazione. Al presidio, dopo il tavolo monzese, Claudio Cerri, segretario della Fiom Cgil-Brianza si mette le mani nei capelli allargando un pochino l’orizzonte: "Il triangolo Vimercate-Concorezzo-Agrate naviga in brutte acque, la situazione occupazionale non è mai stata così difficile. All’ex Celestica ci sono 660 posti a rischio, alla Numonyx il doppio, alla Linkra-Compel 195, ne cito solo alcuni. Per non parlare dell’indotto. Stiamo pagando l’assenza di politiche di sviluppo".

Temi che appassionano gli operai, e che danno la stura a una discussione vivace. "Con la vecchia dirigenza Colombo quel che accade oggi sarebbe stato impensabile – raccontano – ora siamo ridotti a elemosinare quel che ci spetta di diritto. E’ una colpa non voler essere assistiti?». Il grosso dei superstiti dopo la chiusura della fabbrica è sulla quarantina. Troppo vecchi per l’apprendistato, troppo giovani per la pensione. «Né carne, né pesce. E infatti eccoci qua in mezzo alla strada». Il tavolo provinciale di verifica del percorso di ricollocazione avviato ieri pomeriggio a Milano è stato fissato a fine mese. «Noi intanto non ci muoviamo da qui".

Barbara Calderola

Da: Il Giorno

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